Porto Italiano di Mogadiscio

Il Porto di Mogadiscio è stato creato come un porto moderno (chiamato in italiano Porto di Mogadiscio) con magazzini e banchine alla fine degli anni ’20 dal governo italiano; nel 1930 fu realizzata una diga protettiva con frangiflutti davanti al porto ampliato, che fu collegato all’interno della Somalia da una ferrovia (fino a Villabruzzi) e anche da una nuova “strada imperiale” (da Mogasdiscio ad Addis Abeba).

Il porto italiano di Mogadiscio ha esportato nel 1934 43.467 tonnellate di prodotti agricoli (principalmente banane) verso l’Italia e l’Europa. Per questo trasporto commerciale veniva utilizzato il servizio di speciali navi portacontainer denominate “RAMB” (che furono costruite con la possibilità di essere convertite in incrociatori ausiliari).

La Ramb II era una nave banana boat con sede anche a Mogadiscio. La Ramb II era la seconda di quattro navi gemelle tutte costruite secondo lo stesso progetto: le altre navi erano la Ramb I, la Ramb III e la Ramb IV. Le quattro navi sono state costruite per la Royal Banana Monopoly Business (“Regia Azienda Monopolio Banane”) per il trasporto di banane refrigerate dalla Somalia italiana all’Italia.

Dal 1936 il porto iniziò ad avere una linea navale internazionale settimanale per passeggeri, collegando Mogadiscio con Massaua in Eritrea e Genova in Italia con le italiane “Lloyd Triestino” e “Italian Line” (leggi in italiano: http://www.ilcornodafrica. it/st-porti.htm). La MS Vulcania era una nave transatlantica che serviva il porto di Mogadiscio.

Nel 1940 fu avviato uno studio per ampliare il porto e renderlo un “porto oceanico” di grandi dimensioni, con un’enorme stazione marittima per passeggeri internazionali. Successivamente, nel 1941, il porto fu gravemente danneggiato dai bombardamenti britannici durante la Seconda Guerra Mondiale

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